HuffPost – 2017

Articoli di Piero Schiavazzi

Il Natale "arrabbiato" di Francesco

Mentre il solstizio d'inverno splendeva sull'oro dei mosaici e il cerimoniere spandeva incenso sull'altare dei pontefici, Francesco ha riservato a se stesso e riversato sul mondo senza risparmio il terzo dono dei magi, quello della mirra.

Terra Santa: Trump trasforma in quaresima l'Avvento di Papa Francesco

L'avvento quest'anno si è sdoppiato, sul sacro proscenio di Gerusalemme, annunciando la nascita di due capitali: plateali e fatali. Sovrapponendo e scambiando paesaggi e personaggi, calendari liturgici e politici, l'angelo Gabriele e l'apprendista stregone, stella cometa e stella di Davide, magi persiani e redivivi sultani, eredi sauditi e connubi inauditi, lo zar e lo zio Sam.

Papa Francesco in marcia verso Pechino al confine tra le due "Asie", buddista e islamica

Birmania oggi Myanmar. E Bangladesh un tempo Pakistan dell'Est. Nazioni low cost e iniziali da B & B. A basso reddito e profilo basso. Scali periferici e campi ostici, che a un tratto alzano il prezzo e non garantiscono più il punteggio pieno, sulla scena dei viaggi apostolici.

Papa Francesco in pressing sui governi per la ratifica del bando sulle armi atomiche (di P. Schiavazzi)

"Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall'ostentazione degli arsenali bellici". Il missile a lunga gittata di Francesco è partito alle 12, 30 ora di Roma e ha impiegato una dozzina di minuti a coprire i circa diecimila chilometri che lo separano dall'obiettivo: tanto è durato il discorso del Papa e tanto dista dall'Urbe il Far East, dove al momento si trovava Trump, sceriffo dell'Orbe con vocazione al Far West.

Il divorzio tra Papa Francesco e le democrazie cristiane d'Europa (di P. Schiavazzi)

Valzer viennese o tango argentino? Danubio blu o Rio de La Plata, in quale direzione danza e scorre il futuro dell'Europa? Tra Jorge Bergoglio, classe 1936, e il leader dei popolari austriaci Sebastian Kurz, classe 1986 e prossimo a diventare il più giovane capo di governo al mondo, passano mezzo secolo anagrafico e un intero pianeta geopolitico.

Per il Papa la castagna bollente della Catalogna

Come certe fumate di conclave, quando all'inizio non distingui se volgono al bianco o al nero, l'ultimatum del premier Rajoy e le acrobazie del governatore Puigdemont insieme all'indipendenza tengono in sospeso anche il Papa. Più di quanto si possa immaginare, nel weekend più lungo del pontificato.

"Non abbiate paura dell'unità!". Suggestivo e allusivo, il grido del Papa nel giorno del referendum catalano

"Vengo in mezzo a voi perché voglio portare nei miei i vostri occhi. Voglio portare con me i vostri volti". Detto, fatto. Le facce dei boat people e la faccia del Boat Pope si accostano e fondono cheek to cheek in centinaia di selfie, uno dopo l'altro, come altrettanti "visti" e imprimatur personalizzati, di permanenza e cittadinanza.

UNA MANIFESTA OSTILITÀ (di P. Schiavazzi)

God bless you. Due anni dopo i leader della terra, riuniti all'Onu in Assemblea generale, hanno di nuovo ricevuto la benedizione: con la differenza però che a impartirgliela questa volta non era Bergoglio, ma Donald Trump. E sono usciti con la sensazione che si trattasse di un altro Dio, di un'altra religione.

Il diario colombiano di Papa Bergoglio: tra vecchi guerriglieri e nuovi narcos

Più che una nazione una premonizione. Il Sudamerica in un solo paese. Un quadro di Botero, dove il soggetto si dilata e la cornice gli va stretta, quasi a voler includere l'intero continente. La Colombia è stata soprattutto una visione, agli occhi di Francesco. Tra estasi onirica e analisi geopolitica.

La sfida di Bergoglio sui migranti. Francesco contro l'onda montante dei sondaggi

"Il forestiero dimorante tra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi": lo ius soli tremila anni prima di Paolo Gentiloni e Matteo Salvini, direttamente dal libro del Levitico, il più politico e giuridico dei testi biblici.

La cavalcata bolivariana di Bergoglio, prima che "tutto sprofondi" (di P. Schiavazzi)

Da zoccolo duro a tallone d'Achille di Bergoglio. Da retroterra strategico a frontiera critica del pontificato. Da rampa di lancio a piedistallo instabile, perennemente sul punto di cedere. La metamorfosi dell'America Latina, dal 2013 a oggi, è andata di pari passo con il quinquennio di Francesco al soglio.

Le battaglie in Vaticano. Dove ha vinto e dove ha perso Papa Francesco: dall'involuzione delle finanze alla rivoluzione del Sacro collegio (di P. Schiavazzi)

Se venti riunioni - tante ne ha tenute finora, tra start e stop, rallentamenti e arretramenti - non sono bastate al C9, il Consiglio dei Cardinali, per riformare il governo centrale della Chiesa, quattro concistori sono stati di converso sufficienti a Bergoglio - uno all'anno dal febbraio 2014 a oggi - per infliggere sin d'ora un colpo durissimo alle cordate ostili e sconvolgere l'assetto del sacro collegio, dove alberga il potere vero e si gioca in definitiva l'eredità del pontificato, guardando già verso il prossimo conclave.

Da Ratisbona a Melbourne, il filone "Anime pulite" scuote la Chiesa nel profondo (di P. Schiavazzi)

"Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nessuno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre Vostro". Come una nemesi biblica inesorabile, o vendetta divina implacabile, l'ombra non solo di due, ma cinquecentoquarantasette "passeri" - così si chiamano i bambini del coro di Ratisbona - oscura il cielo del Vaticano.

La "democrazia" può attendere. "Armonia" nuova parola d'ordine di Francesco in Cina (di P. Schiavazzi)

Freno e acceleratore. Le parole dei due portavoce, ufficioso e ufficiale, di Francesco non erano mai risuonate tanto distoniche. Ai limiti del corto circuito e della convulsione istituzionale. Troppo per non indurre al sospetto di una regia unitaria, nel gioco di ombre cinesi e guerra di nervi che si svolge a distanza di ottomila chilometri fra il Colle Vaticano e la Città Proibita, ormai peraltro accessibile a tutti.

Joaquin Navarro Valls, il laico che è salito più in alto, e a lungo, nella storia della Chiesa contemporanea

Nessun laico è salito tanto in alto nella nomenclatura d'Oltretevere, quanto Joaquín Navarro-Valls. E nessun portavoce aveva interpretato il ruolo con analogo protagonismo, senza produrre una scontata, prevedibile reazione istituzionale. Ma riuscendo al contrario nell'impresa impossibile di accrescere ulteriormente il profilo del leader: che già di per sé rappresentava il più grande comunicatore della propria epoca.

LA SVOLTA PROGRESSISTA DELLA CURIA DI FRANCESCO (di P. Schiavazzi)

La doppia uscita di scena, nell'arco di 48 ore, di Gerhard Müller e George Pell modifica drasticamente il panorama della Curia romana e la sua percezione, anche visiva, nell'opinione pubblica mondiale. Non fosse altro per la stazza di entrambi, che li rende due pezzi da "novanta" fisicamente, oltreché istituzionalmente.

Il processo che rischia di trascinare sul banco degli imputati l'intera Chiesa

Con perfetta sincronia da sceneggiatura e montaggio alternato, tipica di un thriller hollywoodiano, mentre il cardinale George Pell faceva ingresso in sala stampa e prendeva posto al microfono, trafitto dai flash dei fotografi, a pochi metri gli altoparlanti della piazza diffondevano a tutto volume l'Alleluia diHaendel, offrendo una improbabile colonna sonora e dando voce, involontariamente ma verosimilmente, a un mal celato entusiasmo di curia, che trasuda sul volto accaldato di non pochi porporati, per la caduta del gigante australe.

Il viaggio "autobiografico" di Papa Francesco sulle orme di Don Mazzolari e Don Milani (di P. Schiavazzi)

Da San Pietro a San Pietro. Arrivando a Bòzzolo, Bassa Padana, in una parrocchia che porta il nome della basilica vaticana, sostando nella stanza di Don Mazzolari - più o meno gli stessi metri della propria - e poi volando rapido verso i colli toscani, sulle tombe campestri di Barbiana, per raccogliersi a tu per tu con Don Milani, Bergoglio ha ritrovato silenzi, sensazioni e atmosfere di certe albe o serate romane, trascorse fra le mura della Città Leonina.

L'angelo e Angela

Ci sono giorni nei quali Roma, per coincidenza o "provvidenza", diventa più eterna che in altri, alzando il sipario degli anni, recenti o remoti, e offrendo un palcoscenico al confronto tra epoche, memorie storiche, leadership politiche. La soglia di San Pietro appare allora una porta temporale: l'ingresso di una galleria dove si calca l'orma e si coglie l'ombra, gigantesca, dei protagonisti.

Affabile ma implacabile, Francesco sale al Quirinale

"Guardo all'Italia con speranza": nel Salone dei Corazzieri, le parole di Francesco bucano penetranti lo schermo della tv e l'armatura delle contrapposizioni partitiche, interpretando i desideri del paese reale e interpellando i pensieri di quello legale.

La Chiesa "laburista" e sindacale di Papa Francesco

Dai valori non negoziabili al negoziato sul lavoro: poiché in fabbrica, non nelle aule parlamentari, si decide il destino della libertà. E della democrazia del XXI secolo.

Francesco e Donald, il G2 che oscura il G7. L'enciclica sull'Air Force One: dalla cupola di San Pietro alle cupole dei gas serra

Il blitz alla fine, anziché GreenPeace, lo ha fatto il Papa, consegnando al presidente negazionista l'enciclica sull'ambiente, magna carta del suo pontificato, e proiettandone la luce, in guisa di ecologica Pentecoste, sul vertice imminente dei sette "grandi" a Taormina. Fantasia porteña e frenesia newyorchese, che riecheggia sottile nei saloni del Palazzo Apostolico.

Fatima, il viaggio di Francesco riapre il caso. Qual è il secolo dell'apocalisse?

"Questo non ditelo a nessuno... a Francesco sì, potete dirlo". La custodia della più grande, drammatica e ieratica profezia dell'evo moderno, che le veggenti bambine Lucia e Giacinta condivisero con il terzo "pastorinho" - il quale diversamente da loro poteva solo scorgere la Madonna, ma non udirne la voce - riecheggia gravida di presagi nell'anima del Papa, omonimo e immaginifico.

Nella polveriera d'Egitto, la sola vettura che Francesco è determinato a blindare è quella del dialogo interreligioso

La sola vettura che il Papa è disposto, anzi determinato a blindare, in questo audace viaggio sulle rive del Nilo, è quella del dialogo interreligioso, che non può rimanere in sosta. Deve proseguire. Portando a destinazione il proprio carico, di speranze e ripartenze, protetto e schermato dai pericoli che lo insidiano: "Perché l'unica alternativa alla civiltà dell'incontro è l'inciviltà dello scontro".

L'Apocalypse Now di Francesco e i campi di concentramento del XXI secolo

Da isolano a isolato. Tra le rive del Tevere, sulla rupe insulare di San Bartolomeo, il Papa di Lampedusa prega e grida, per non restare solo. Mentre la storia scorre attorno a lui, sotto i ponti di Roma, e i cristiani continuano a morire: più di sempre, più dei precedenti pontificati.

La Pasqua "crocifissa" di Francesco. La guerra mondiale a pezzi elencata nella benedizione Urbi et Orbi

La quinta Pasqua romana di Francesco è una Pasqua crocifissa: di lutti e disgrazie, "distruzioni" e "mutilazioni" che si susseguono senza soluzione di continuità. Senza tregue temporali o confini spaziali. Al punto che la nota didascalia della guerra mondiale "a pezzi", coniata per catalogare la presente congiuntura geopolitica, perde un "pezzo", diventa obsoleta e non basta più, mentre incombe il presagio di una guerra mondiale tout court.

Donald Trump e Papa Francesco, lo sceriffo e il parroco del mondo sulla via di Damasco

A quattro anni uno dall'altro, quasi obbedendo a un richiamo irresistibile, Jorge Mario Bergoglio e Donald Trump hanno scelto ambedue lo stesso luogo, la Via di Damasco, per compiere il primo strike e dimostrare al mondo che fanno sul serio.

Il Papa emoziona, i Trattati no. Un milione a Monza per la messa, San Siro pieno. A Roma cortei sottotono

Nel giorno dell'Annunciazione, alla stregua dell'angelo del Signore, Francesco ha siglato il passaggio da un vecchio a un nuovo "testamento", dal nostro ad un altro mondo, traghettando i suoi discepoli verso l'ignoto e rinnegando millesettecento anni di alleanze fra trono e altare.

L'Europa in vaticano, tra battesimo ed estrema unzione

Tra un battesimo e una estrema unzione, i leader della UE non avevano via d'uscita. E alla fine hanno scelto di rinascere. O almeno di provarci. Così, sessant'anni dopo, i Trattati di Roma rimangono in Urbe ma cambiano sponda e lato del Tevere, per resistere ai mutamenti dell'Orbe.

Dopo quattro anni di Pontificato Papa Francesco avvia la fase due da "global Pope"

Quattro anni, nell'emisfero delle Americhe, da Washington a Buenos Aires, scandiscono il mandato dei presidenti ed esprimono il tempo di un leader. La sua "distensio animi", direbbe Sant'Agostino: cioè la capacità di comprendere in sé lo spirito di un'epoca, di assumerne le aspirazioni e plasmarne le istituzioni.

Papa Francesco tra "primarie" dei vescovi e presidenza Cei. Con un dilemma: essere o non essere democristiani?

Essere o non essere democristiani? È questo il risvolto, politico e partitico, delle "primarie" dei vescovi e delle consultazioni avviate dal Papa in prima persona, per rinnovare il volto, e i volti, della Chiesa italiana, in casuale quanto singolare parallelo con l'assemblea programmatica e il congresso del Pd.

Con la riforma targata Papa Francesco, il prossimo Pontefice sarà eletto con il "proporzionale"

Non solo il prossimo Parlamento italiano, ma pure il futuro Pontefice romano potrebbe essere eletto con il "proporzionale". Con una differenza, però. Se il vecchio metodo di selezione della classe dirigente, sulla sponda italiana del Tevere, scandisce un ritorno al passato, su quella vaticana costituisce una novità e opera già oggi una svolta irreversibile, con una redistribuzione di potere senza precedenti tra città, nazioni, continenti.

Papa Francesco e Xi Jinping, prove di convergenze parallele fra i due "eserciti popolari" più numerosi del pianeta

Alla fine il Vaticano, per i cinesi, potrebbe costare meno, e contare di più, del Milan e dell'Inter, di Matt Damon e "The Great Wall", il kolossal cinematografico sulla Grande Muraglia.Nella gigantesca e dispendiosa operazione "simpatia" che il governo di Pechino ha messo in campo world-wide, dal football ai blockbuster, per colmare il proprio deficit di soft power, la Chiesa e il Papa rivestono un ruolo strategico e più economico, rispetto agli altri asset.

Papa Francesco incontra il Corpo Diplomatico: la svolta sui migranti nell'approccio basato su "prudenza e sicurezza"

La terra non è un posto sicuro, in nessun luogo. Bergoglio somiglia ai pittori impressionisti: trova l'ispirazione a contatto con la gente. I suoi discorsi assorbono la realtà, diventano quadri. Sprazzi di colore, angoli d'ombra. Il leggio al posto del cavalletto.