HuffPost – 2020

Articoli di Piero Schiavazzi

Natale come "richiamo" di un vaccino. L'anticorpo, divino, di Francesco (di P. Schiavazzi)

“Vaccini per tutti”. Morbide, ovattate le parole di Francesco accarezzano la cute dei media, pelle del pianeta. Quindi all’improvviso si fanno pungenti, nella siringa del microfono.

L'Italia s'è ripresa il Vaticano (di P. Schiavazzi)

Se è vero che l’Italia postdemocristiana si può conquistare senza il sostegno della Chiesa, in cabina elettorale, ma non si riesce a governare in cabina di comando

Concistoro in salsa orientale. Il cappello cardinalizio sul mega patto Rcep (di P. Schiavazzi)

"Voi non vi rendete conto che siete fuori strada", il segno e segnaletica di una inversione a u risuona e traspare nel verbo, severo, rivolto da un re nudo ai nuovi principi, avvolti di porpora, nell'incipit d'avvento e sullo scorcio - crepuscolo dell'annus horribilis.

Il magnetismo fra Bergoglio e Maradona, miti d'Argentina (di P. Schiavazzi)

Se Francesco è il Maradona della Chiesa, il mondo è il Maradona di Francesco. La duplice metafora inquadra e raccoglie, come le facce di una medaglia, la gioia e il dolore, lo spettacolo e il tormento. La fantasia, e filosofia, di un tango argentino.

L'America cartina di tornasole per Francesco (di P. Schiavazzi)

L'effetto è il medesimo di una cartina di tornasole: nel passaggio dal rosso "acido" e stridente del repubblicano Trump al blu "alcalino" e sorridente del democratico Biden, Stati Uniti e Santa Sede aggiornano il "ph" di una relazione non più speciale, offrendo una lettura incrociata del loro momento storico e riflettendo, altresì, una immagine a tutto tondo, doubleface della figura di Francesco.

Il Papa e il sultano, in contrasto su tutto: da Gerusalemme a Tripoli, dalla laicità dello stato a Santa Sofia, dal genocidio armeno alla Turchia in Europa (di P. Schiavazzi)

Proteso in Asia Maior, tra il Cipango e il Catai, come nessun altro predecessore prima di lui, Francesco ha disatteso l'Asia Minor, tra Istanbul e Antiochia, dove il primo dei suoi predecessori fu chiamato "cristiano".

Pentecoste: il Recovery Fund, divino, di Francesco. "Peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla" (di P. Schiavazzi)

Il Recovery Fund di un Pontefice, o fondo divino di recupero, si chiama Pentecoste. Giunge ogni anno puntuale, cinquanta giorni dopo Pasqua e mai, tuttavia, come stavolta immedesima e attaglia Bergoglio nei panni dell'apostolo Pietro, chiamato a uscire, insieme ai suoi compagni, dal lockdown e rifugio del cenacolo.

Sette anni di riforma, incompiuta, delle finanze vaticane

Quando l'arcivescovo di Buenos Aires alla vigilia del conclave 2013, secondo un'abitudine coltivata e mai venuta meno durante i soggiorni romani, percorse il tratto breve tra il residence del clero, in cui alloggiava, e la chiesa di San Luigi de' Francesi, per immergere lo sguardo nell'affresco, ivi custodito, di Caravaggio, non immaginava certo che il dipinto, così rappresentativo e riepilogativo del suo passato (la vocazione di Bergoglio ha origine notoriamente il 21 settembre del '53, festa della conversione di Matteo), gli stesse anticipando in qualche modo il futuro imminente: anch'esso ravvicinato, sull'altra riva del Tevere.

L'Orbe senza l'Urbe (di P. Schiavazzi)

La città e il mondo per una volta si separano. Legalmente impedita e fisicamenteassente, la prima. Presente invece con numeri da record, il secondo, lungo lefrequenze del villaggio globale, solerti a registrare l'affondo, severo, sull'Europa.Nella quale il Papa scorge, in tale frangente, il paziente più grave, potenzialmente in grado di destabilizzare nonché cronicizzare il pianeta.

Logos vs. Virus. Covid-19 nemico peggiore sul cammino di Francesco

Da Domenica delle Palme a Domenica dei "palmari". Al posto del tappeto di mantelli e rami d'ulivo, Bergoglio ha "virtualmente" fatto ingresso, dai tablet e dagli schermi televisivi, nella settimana cruciale dell'anno liturgico. Davanti alle piazze vuote, Francesco raccoglie la sfida, ineludibile per un Papa, di riempirle di senso.

"Le razze non hanno futuro". La profezia meticcia di Papa Francesco

"Le razze non hanno futuro": papale - papale. Francesco non si era mostrato mai così assertivo, perentorio e quasi volutamente provocatorio nell'esporre il movente teologico e provvidenziale, prima che antropologico e sociale, delle migrazioni contemporanee. Fenomeno da ricondurre a un disegno divino, trascendente, prima che a un bisogno terreno, seppure cogente.